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Learning Italian: “Che cos’è Roma?” mused Fellini

Posted on the May 26th, 2009

Last week our Conversation class reading was an excerpt from Federico Fellini‘s 1993 book, “Fare un film“:

“‘Che cos’è Roma?’ Tutt’al più posso tentare di dire che cosa penso quando sento la parola ‘Roma’. Me lo sono spesso domandato. E più o meno lo so. Penso a un faccione rossastro che assomiglia a Sordi, Fabrizi, la Magnani. Un’espressione resa pesante e pensierosa da esigenze gastrossessuali. Penso a un terrone bruno, melmoso; a un cielo ampio, sfasciato, da fondale dell’opera, con colori viola, bagliori giallastri, neri, argento; colori funerei. Ma tutto sommato è un volto confortante. Confortante perché Roma ti permette ogni tipo di speculazione in senso verticale. Roma è una città orizzontale, di acqua e di terra, sdraiata, ed è quindi la piattaforma ideale per voli fantastici. Gli intellettuali, gli artisti, che vivono sempre in uno stato di frizione fra due dimensioni diverse — la realtà e la fantasia — trovano qui la spinta adatta e liberatoria delle loro attività mentali: con il conforto di un cordone ombelicale che li tiene saldamente attaccati alla concretezza. Giacché Roma è una madre, ed è la madre ideale, perché indifferente. E’ una madre che ha troppi figli, e quindi non può dedicarsi a te, non ti chiede nulla, non si aspetta niente.  Ti accoglie quando vieni, ti lascia andare quando vai, come il tribunale di Kafka. In questo c’è una saggezza antichissima; africana quasi; preistorica. Sappiamo che Roma è una città carica di storia, ma la sua suggestione sta proprio in un che di preistorico, di primordiale, che appare netto in certe sue prospettive sconfinate e desolate, in certi ruderi che sembrano reperti fossili, ossei, come scheletri di mammut.”

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